Taormina Hotel - Guida Turistica

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 Palazzo Santo Stefano Palazzo Santo Stefano
  Altro palazzo-torrione, all’estremità del corso Umberto, prima dell’arco di porta Catania. L’epoca della costruzione è quella della Badia vecchia; fu poi completata nel XV secolo. L’edificio è a pianta quadrata ed a tre elevazioni, con una serie di finestre ogivali al piano nobile. Colpito dai bombardamenti anglo-americani del 1943, fu restaurato nel dopoguerra.Di recente è stato destinato a sede della fondazione Mazzullo. I suoi giardini (da ammirare un pozzo antico che è un autentico gioiello d’arte), ospitano, come in un grande museo all’aperto, le opere in pietra lavica dell’Etna che lo scultore Giuseppe Mazzullo, siciliano di Graniti e taorminese d’adozione, donò in vita al Comune di Taormina: giganteggia, quasi davanti all’ingresso, il famosissimo “Monumento al partigiano”, in pietra lavica, cm.210 x 78 x 70. Pregevoli statue dello stesso Mazzullo, in pietra lavica ed in marmo, sono collocate anche all’interno del palazzo. Palazzo Badia vecchia
  E’ un palazzo-torrione del XIV secolo, tra il corso Umberto e la circonvallazione, che fu dimora della principessa Costanza d’Aragona, reggente del Regno di Sicilia in nome del fratello minore Federico IV detto il Semplice, poi madre badessa in un monastero (da qui il nome “badia” dato al palazzo). Inizialmente era una torre a difesa delle mura che cingevano il centro abitato; l’edificio, a due piani, con tre bellissime finestre bifore, decorato con intarsi di pomice e lava, fu realizzato nel XV secolo e restaurato in epoche successive, anche di recente.
Palazzo Corvaja
  Inizialmente era una torre araba, alla quale furono poi aggregate altre costruzioni: le prima verso la fine del XIII secolo, la seconda agli inizi del XV, e la terza (progettata dall’architetto Giuseppe Sivieri) in epoca recente, intorno al 1950. I tre corpi si fondono armoniosamente con la originaria torre ed il pittoresco cortile. In questo palazzo, chiamato Corvaja dal nome degli ultimi proprietari, si riunì nel 1410 il parlamento del Regno di Sicilia presieduto dalla regina Bianca di Palazzo  Corvaja Navarra, vedova di Martino II d’Aragona, la quale aveva fatto del palazzo la sua residenza estiva. Nel cortile, sotto il cornicione di fronte all’ingresso, campeggia una scritta in latino: “Esto michi locum refugii”. Era il tempo in cui il centro storico di Taormina era ancora un “luogo di rifugio”. Il palazzo Corvaja è oggi sede dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo. Ed ospita piure, nei saloni a primo piano, un interessantissimo museo etnografico di arte e tradizioni popolari siciliane. Una struttura permanente che espone preziosissimi reperti della cultura figurativa e dell’artigianato artistico siciliano dal XVI al XX secolo: sculture lignee devozionali, antichi presepi con i grandi pastori in terracotta (autentici pezzi d’arte dell’artigianato siciliano), ceramiche antropomorfe, pezzi rutilanti di vecchi carretti siciliani, cartelloni dell’opera dei pupi, e quadri, arazzi, tappeti antici. Arte, cultura e tradizioni popolari: un patrimonio di inestimabile valore, che è la grande forza della vecchia e nuova Sicilia.
Duomo di taormina
  Ha l’aspetto di una cattedrale-fortezza dell’epoca feudale: la costruzione è massiccia, perfettamente squadrata, con i merli che corrono sul fronte, sui fianchi, sul transetto, senza soluzione di continuità. Eretta nel XIII secolo, rifatta nel XV e XVI, e ancora restaurata nel XVII, ha lo stesso schema planimetrico della cattedrale normanna di Messina: tre navate, divise da archi acuti su colonne monolitiche in marmo, con abside semicircolare. Certe sovrastrutture di stampo secentesco, che all’interno ne appesantivano l’ambiente in stridente contrasto con l’aspetto della costruzione (una “goffa veste barocca”, a giudizio dell’architetto restauratore Armando Dillon), sono state eliminate di recente. Sorge nei pressi di quella che fu la cintura muraria più esterna (del tutto scomparsa) della vecchia Taormina, sui resti di un tempio greco dedicato a Giove Serapide, di cui sono visibili alcune parti dell’impianto originale. Iniziata in età bizantina (ed adattata al culto cristiano già in quegli anni), fu completata nel XVIII secolo. E’ ad una sola navata, come gran parte delle chiese medioevali di Taormina (Sant’Agostino, Sant’Antonio, San Michele, Santa Caterina, il Varò). Duomo di taormina Detto anche la “Rocca dei Saraceni”, il Castello domina l’antica acropoli dall’alto dei suoi 398 metri. Vi si arriva attraverso una stradetta che si stacca dalla rotabile per Castelmola e si conclude nel piccolo spiazzo antistante il santuario della Madonna della Rocca. E’ di struttura araba, costruito dai Saraceni in torno al Mille. Taormina fu sempre considerata una fortezza, ed il castello era una fortezza nella fortezza, difficilmente espugnabile. E’ difficoltoso ancora oggi arrivarci, perché dalla carrozzabile che finisce al santuario bisogna arrampicarsi per ripidissime scalinate. Ma vale la pena di affrontare la faticosa salita: da lassù si gode il più bel panorama di Taormina.
Teatro Odeon
  E’ un teatrino di piccole dimensioni, un autentico gioiello di architettura romana dell’età augustea, che in parte è stato coperto dalla chiesa di Santa Caterina (del XVII secolo). La cavea è divisa in cinque settori, mas ha una capienza molto limitata (non più di duecento spettatori), ed à sormontata da una galleria semicircolare in mattoni. Attenti studiosi hanno potuto accertare che, come per il teatro greco, anche in questo caso l’opera dei Romani si è sovrapposta a qualcosa che esisteva prima; ma doveva trattarsi originariamente di un tempio ellenistico, non di un teatro. Poco utilizzato per spettacoli (per le sue esigue dimensioni), ha ospitato per anni il “presepe vivente”, manifestazione tra le più suggestive del Natale a Taormina. Sono venute alla luce in epoca recente, nella zona compresa tra l’attuale caserma dei Carabinieri (ex convento di Santa Maria di Valverde) ed il Palazzo dei congressi, sorto nell’area del vecchio teatro “Margherita”. Si tratta del più grande complesso termale emerso fino ad oggi in Sicilia, di età romana imperiale, in struttura laterizia. Tre gradi ambienti affiancati, con pavimento ad ipocausto, sotto il quale nell’antichità si accendeva il fuoco per il riscaldamento ad aria calda. Altri ambienti di eguale struttura, sostengono gli archeologi, sono stati inglobati in abitazioni moderne realizzate in gran parte in un’area limitrofa all’antica Zecca.
Teatro Odeon Porta Messina
  E’ una delle due porte di Taormina, che chiudevano un tempo il vecchio borgo medioevale, ad un centinaio di metri da palazzo Corvaja. Chiude il corso Umberto dal lato di Messina (da qui il nome, porta Messina), mentre quella che lo chiude dal lato opposto è porta Catania. A queste due porte sono collegate le vecchie mura costruite dagli Arabi a protezione della città. C’è anche una terza porta, detta “di mezzo”. È quella della Torre dell’Orologio, che sorge appunto a mezza strada tra le quelle che un tempo erano le due estremità della città.
Chiesa di S Pietro e Paolo
  E’ una delle più antiche chiese di Taormina. Prima di diventare chiesa cristiana (in epoca bizantina), era stata cappella di una necropoli araba, al centro del grande cimitero realizzato dai saraceni tra il X e l’XI secolo. E, prima ancora, un tempio greco che si presume fosse dedicato al dio del vino Bacco, visto che la zona era piena di vigneti. Una chiesa di piccole dimensioni ed a tre navate: unica (con la grande cattedrale) a tre navate, alle quali due arcate a sesto acuto Porta Messina danno una profondità e l’impressione di una vastità assolutamente inesistenti. In pietra di Taormina la facciata, che è stata restaurata nel XVIII secolo. L’abside della cripta ha un arco acuto incorniciato da un fregio di pomice di lava. I taorminesi l’hanno dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo.
Chiesa di San Giuseppe
  Costruita nella seconda metà del 1600, quella dedicata a San Giuseppe è l’unica chiesa di Taormina in chiaro stile barocco. Sorge accanto alla Torre dell’Orologio, in piazza Sant’Agostino (detta anche piazza 9 Aprile). Una facciata maestosa, non meno della scalinata a doppia rampa attraverso la quale si accede alla chiesa. Un grande portale centrale e due laterali, che immettono rispettivamente nella sagrestia ed in una sala destinata a incontri religiosi, culturali, Piazza  Del Duomo mostre e manifestazioni a scopi di beneficenza. Un bel barocco all’esterno ed i policromi marmi di Taormina all’interno, evidenziati nell’altare maggiore e nei due laterali. La chiesa, affidata ai Padri Salesiani, è annessa all’oratorio che porta il nome di San Giovanni Bosco.
Piazza Del Duomo
  E’ la più antica piazza di Taormina, sulla quale, oltre al Duomo, si affaccia il palazzo del Municipio (di epoca molto più recente, ovviamente). Al centro, una fontana che studiosi e critici d’arte attribuiscono ad uno degli ultimi allievi del fiorentino Montorsoli, con la grande vasca che a quel tempo serviva in parte alle massaie per lavare i panni ed in parte ai contadini per dare da bere ad asini e muli. La fontana è stata edificata nel 1635 su gradoni circolari, con quattro fontanelle laterali, oltre allo zampillo centrale (alla cui sommità è scolpito il Minotauro, simbolo della città). Era la piazzetta preferita dai grandi innamorati di Taormina, da Oscar Wilde a George Bernard Shaw, Guy de Maupassant, Anatole France, Somerset Maugham, Alessandro Dumas jr., Wagner, Brahms. Prendevano il sole seduti anche loro sui gradoni, come i vecchi taorminesi.